La CEDU sulla protezione dei whistleblower
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha preso una decisione importante riguardo alla protezione dei whistleblower, ossia coloro che segnalano violazioni o comportamenti scorretti in azienda. In particolare, la CEDU ha chiarito che i whistleblower devono essere protetti anche dopo aver lasciato il loro lavoro per evitare ritorsioni.
Nel caso specifico esaminato dalla CEDU, un dipendente aveva inviato segnalazioni anonime e riservate via email al suo ex datore di lavoro riguardo ad un presunto caso di corruzione di un ex collega, ma è stato condannato per diffamazione ed ingiuria, violando così il suo diritto alla libertà di espressione.
Il dipendente aveva lavorato per un'azienda energetica in Armenia e aveva inviato la segnalazione in un momento in cui l'azienda stava cercando di combattere la corruzione interna attraverso un sistema per ricevere segnalazioni anonime. Nonostante questo, il dipendente è stato condannato a pagare un risarcimento significativo.
Le Nazioni Unite e il Comitato dei Ministri hanno adottato raccomandazioni per proteggere i whistleblower, sottolineando l'importanza della trasparenza e della responsabilità democratica. Anche l'Unione Europea ha emesso una direttiva sulla protezione delle persone che segnalano comportamenti illeciti, escludendo la protezione solo in caso di informazioni false deliberate.
La CEDU ha fornito linee guida sulla tutela dei whistleblower, sottolineando che essi devono agire in buona fede e che la protezione si basa sulla necessità di equilibrare la lealtà verso il datore di lavoro e la vulnerabilità economica dei dipendenti. Inoltre, la Corte ha anche discusso dei criteri da considerare per riconoscere questa tutela, come la disponibilità di canali alternativi per segnalare informazioni e l'autenticità delle informazioni divulgate. Ed ha criticato le Corti interne per non aver tenuto conto di questi criteri nel caso del whistleblower armeno, che aveva inviato informazioni tramite il canale interno dell'azienda.
In conclusione, la decisione della CEDU sottolinea l'importanza di proteggere i whistleblower anche dopo la fine del loro rapporto di lavoro e di garantire un equo equilibrio tra la libertà di espressione e i doveri di lealtà nei confronti del datore di lavoro.