Possibile valutare come non grave la detenzione di oltre 60 grammi di hashish

Necessario valutare anche lo stato psico-fisico, cioè la condizione di tossicodipendenza, del soggetto beccato in possesso della sostanza

Possibile valutare come non grave la detenzione di oltre 60 grammi di hashish

Possibile valutare come non grave la detenzione di oltre 60 grammi di marijuana. Necessario, però, in questa ottica, tenere in considerazione lo stato psico-fisico, cioè la condizione di tossicodipendenza, del soggetto beccato in possesso della sostanza. Questa la chiave di lettura fornita dai magistrati (sentenza numero 37349 del 10 ottobre 2024 della Cassazione), i quali lasciano aperta una porta per il ridimensionamento – su cui dovranno pronunciarsi i giudici d’Appello – dei fatti addebitati ad un uomo che è risultato tossicodipendente e che si è sottoposto ad un periodo di valutazione da parte del ‘SERT’, al fine di affrontare le problematiche connesse al consumo di sostanze stupefacenti, ed è in attesa di un programma terapeutico riabilitativo. Per i giudici di Cassazione è evidente l’errore compiuto in Appello, laddove si è esclusa l’ipotesi del fatto lieve solo perché è emerso dagli esiti della consulenza tossicologica che i 62 grammi di marijuana sequestrati contenevano oltre 8 milligrammi di principio attivo puro, pari a una percentuale media del 13,31%, idonei al confezionamento di 338 dosi. Così, osservano i giudici di Cassazione, si è valorizzato soltanto il quantitativo della sostanza stupefacente detenuta e le dosi ricavabili, senza tener conto, tuttavia, del comprovato stato di tossicodipendenza del soggetto e delle possibili incidenze di esso sul dato stigmatizzato. In conclusione, mancando ogni accertamento sui riflessi della condizione del soggetto sulla quantità di sostanza stupefacente detenuta, il dato valorizzato in Appello non può definirsi autoevidente\ e non può comportare quella flessione del criterio di giudizio, consentita solo in caso di dato ponderale di per sé talmente rilevante da determinare l’assorbimento dei restanti aspetti della condotta.

Necessario, quindi, un Appello bis per soppesare la concreta offensività della fattispecie di reato e valutare, dunque, la lieve entità o meno del fatto posto in essere. E in questa ottica bisogna, ricordano i giudici di Cassazione, effettuare una valutazione complessiva di tutti gli elementi della fattispecie concreta, considerando non solo il dato quantitativo e qualitativo della sostanza, ma anche i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione, incluso lo stato di tossicodipendenza del soggetto.

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