Valido il divieto di fornire servizi di consulenza giuridica al governo russo e alle entità stabilite in Russia
Obiettivo è aumentare ulteriormente la pressione sulla Russia. Il divieto generale di fornire servizi di consulenza giuridica al governo russo e a persone giuridiche, entità e organismi stabiliti in Russia non riguarda, comunque, i servizi di consulenza giuridica forniti in collegamento con un procedimento giudiziario, amministrativo o arbitrale. Il divieto è quindi applicabile solo alle consulenze giuridiche che non hanno alcun collegamento con un procedimento giurisdizionale

Misure restrittive in risposta alla guerra in Ucraina: valido il divieto di fornire servizi di consulenza giuridica al governo russo e alle entità stabilite in Russia. Questo il netto chiarimento fornito dai giudici (sentenze del 2 ottobre 2024 del Tribunale dell’Unione Europea), i quali ribadiscono comunque l'importanza del diritto fondamentale di qualsiasi persona di farsi consigliare da un avvocato al fine di svolgere, prevenire o anticipare un procedimento giurisdizionale e aggiungono che tale diritto non è rimesso in discussione dal divieto connesso alla situazione bellica in Ucraina. Come noto, nel 2022, in risposta all'intensificarsi dell’aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato una serie di misure restrittive volte a far pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua guerra di aggressione. Tra le misure adottate figura il divieto di fornire servizi di consulenza giuridica. Fatte salve talune eccezioni ed esenzioni, tali atti vietano a chiunque possa prestare servizi di consulenza giuridica (esercitando la professione, segnatamente, nel territorio dell'Unione Europea) di fornire tali servizi al governo russo e alle persone giuridiche, alle entità o agli organismi stabiliti in Russia. Il divieto mira ad aumentare ulteriormente la pressione sulla Russia. Alcuni ordini forensi belgi, alcuni avvocati belgi, l’Ordine degli avvocati di Parigi e uno dei suoi membri, nonché un’associazione di avvocati, hanno presentato una domanda di annullamento di tale divieto, che, a loro avviso, sarebbe privo di motivazione e, soprattutto, violerebbe i diritti fondamentali che garantiscono l'accesso alla consulenza giuridica di un avvocato, il segreto professionale dell'avvocato, il dovere di indipendenza degli avvocati, i valori dello Stato di diritto, nonché i principi di proporzionalità e di certezza del diritto. A tali obiezioni, però, i giudici hanno replicato chiarendo il diritto di ogni persona ad una tutela giurisdizionale effettiva non è in discussione, anche perché il divieto generale di fornire servizi di consulenza giuridica al governo russo e a persone giuridiche, entità e organismi stabiliti in Russia non riguarda i servizi di consulenza giuridica forniti in collegamento con un procedimento giudiziario, amministrativo o arbitrale. Il divieto è quindi applicabile solo alle consulenze giuridiche che non hanno alcun collegamento con un procedimento giurisdizionale. Inoltre, le consulenze giuridiche fornite a persone fisiche, segnatamente, non rientrano nella sfera di applicazione del divieto. Per quanto riguarda le deroghe al divieto, i giudici ritengono che esse non comportino, di per sé, un'ingerenza nella tutela del segreto professionale dell'avvocato. Tuttavia, gli Stati membri dell’Unione Europea sono tenuti, allorché definiscono le modalità di attuazione delle procedure di esenzione, a vigilare sul rispetto della ‘Carta dei diritti fondamentali’. I giudici, poi, ricordato l'importanza dell'indipendenza dell'avvocato al fine di garantire il diritto dei singoli ad un ricorso effettivo, in contesti che includono un collegamento con un procedimento giurisdizionale, sottolineano che il divieto controverso non si applica ai servizi di consulenza giuridica forniti da un avvocato e che presentano un collegamento con un procedimento giurisdizionale, e non comporta quindi alcuna ingerenza nell'indipendenza dell'avvocato. Peraltro, il ruolo fondamentale dell'avvocato nel rispetto e per la difesa dello Stato di diritto può essere sottoposto a limitazioni. Infatti, tale ruolo può essere oggetto di restrizioni giustificate da obiettivi di interesse generale perseguiti dall'Unione Europea, a condizione che esse non costituiscano, rispetto allo scopo perseguito, un intervento sproporzionato e inaccettabile che pregiudichi la sostanza stessa del ruolo affidato agli avvocati in uno Stato di diritto, precisano i giudici, aggiungendo poi che il divieto controverso, come delimitato dalle disposizioni di eccezione e di esenzione, persegue effettivamente obiettivi di interesse generale, senza pregiudicare la sostanza stessa del ruolo fondamentale degli avvocati in una società democratica.