Cade in un tombino aperto: il Comune non sfugge dalla responsabilità
Oltre 39mila euro di risarcimento per una signora che è caduta in un tombino rimasto aperto sul margine di una strada comunale

Mentre passeggiava con il marito e alcuni amici su una strada di campagna, una donna cadeva con una gamba in un tombino, coperto da foglie e rami, posto ai margini della strada, dove si era dovuta spostare a causa del sopraggiungere di un’auto.
Dopo aver chiesto al Comune il risarcimento dei danni patiti, il Tribunale liquidava oltre 39mila euro.
La sentenza veniva confermata anche in appello e il Comune proponeva dunque ricorso in Cassazione. I Supremi Giudici hanno però condiviso la decisione dei giudici di merito.
Dagli atti risulta infatti pacifico che la strada era ed è comunale e che tale circostanza è stata attestata anche dall’area tecnica manutentiva del Comune.
Di conseguenza, l’ente pubblico era tenuto alla custodia del bene e, quindi, a far sì che il tombino posto sulla banchina non rimanesse scoperchiato e fosse segnalata la circostanza che era privo di copertura, rispondendo dei danni nel caso di prova di omessa custodia.
La Cassazione ribadisce inoltre l’irrilevanza della disattenzione del pedone su strada pubblica, salva l’ipotesi della sua condotta abnorme, cioè estranea alle possibilità fattuali congruamente prevedibili in relazione al contesto. In caso contrario, potrebbe rilevare ai fini del concorso causale ai sensi dell'art. 1227 c.c.
Concludendo, viene confermato il risarcimento a favore della signora. Il Comune dovrà anche provvedere al pagamento delle spese processuali (Cass. civ., sez. III, ord., 11 luglio 2024, n. 19078).