Foto hot di ragazzine pubblicate su ‘Instagram’: condannato per pornografia minorile
Inequivocabile la pubblicazione di immagini a contenuto intimo-sessuale che, come appurato, l’uomo si è procurato, presentandosi come minorenne, mediante la realizzazione del delitto di adescamento di minorenni
Foto hot di ragazzine pubblicate su ‘Instagram’: legittimo parlare di pornografia minorile. Questa la posizione assunta dai giudici (sentenza numero 46535 del 18 dicembre 2024 della Cassazione), i quali hanno sancito in via definitiva la responsabilità penale di un uomo che gestiva uno specifico profilo sul social network e che si era presentato subdolamente come minorenne a diverse, convincendo queste ultime a inviargli loro foto erotiche, poi pubblicate on line. Ampliando l’orizzonte, poi, i giudici osservano che, in materia di adescamento di minorenni, il dolo specifico consiste non nell’intento di soddisfare il proprio istinto sessuale, bensì – ove consistente, come nel caso specifico, nello scopo di commettere il delitto di detenzione di materiale pedopornografico – nella volontà di procurarsi materiale riproducente momenti della sfera intima della persona offesa minorenne, e ciò al fine di poterne farne uso, come in effetti accertato in questa vicenda. Questa visione è coerente col principio secondo cui, in tema di adescamento di minorenni, la sussistenza del dolo specifico, ove consistente nello scopo di commettere il reato di detenzione di materiale pedopornografico, deve essere necessariamente desunta facendo ricorso a parametri oggettivi, dai quali possa inferirsi il movente sessuale della condotta. Per quanto concerne, poi, il delitto di pornografia minorile, a inchiodare l’uomo è l’avvenuta pubblicazione, sul profilo ‘Instagram’ da lui gestito, di immagini a contenuto intimo-sessuale che, come appurato, egli si era procurato, presentandosi come minorenne, mediante la realizzazione del delitto di adescamento di minorenni.