Il danno da trasfusione infetta deve essere parametrato all’età del danneggiato al tempo della comparsa della malattia

Il risarcimento deve essere parametrato all'età del paziente al momento in cui la malattia è comparsa, non a quella della trasfusione.

Il danno da trasfusione infetta deve essere parametrato all’età del danneggiato al tempo della comparsa della malattia

Il caso in esame riguarda la richiesta di risarcimento presentata da Tizio e Caia al Ministero della Salute: Tizio a causa di una patologia epatica contratta da giovane per via di una emotrasfusione con sangue infetto, e Caia, la moglie, per avere assistito e curato il marito malato per anni.

Inizialmente, in primo grado è stato riconosciuto a Tizio un'invalidità permanente del 35% a causa della malattia epatica cronica, con una condanna al Ministero al pagamento di 167mila euro. Tuttavia, la richiesta di risarcimento della moglie è stata respinta per mancanza di prove dirette del danno subito.

I ricorrenti hanno contestato due aspetti fondamentali: l'importo del risarcimento e il diritto autonomo al risarcimento. Tizio ha sostenuto che il risarcimento dovesse essere calcolato in base all'età che aveva al momento della trasfusione e non quando la malattia ha avuto una manifestazione evidente. Caia, dall'altra parte, ha ribadito il suo diritto al risarcimento per aver assistito il marito durante la malattia.

La Corte ha respinto entrambe le richieste: nel primo caso, stabilendo che il danno deve essere calcolato in base all'età al momento della manifestazione della malattia e non della trasfusione; nel secondo caso, affermando che la moglie non ha fornito prove dirette del danno subito, invocando non l’applicazione di una presunzione, quanto piuttosto il riconoscimento di un danno in re ipsa.

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