Lesione morale: sufficiente provare i presupposti della sofferenza interiore

Necessario specificare le conseguenze pregiudizievoli del fatto dannoso sulla propria sfera personale e le limitazioni nelle attività quotidiane, familiari e relazionali

Lesione morale: sufficiente provare i presupposti della sofferenza interiore

In materia di risarcimento del danno morale, è sufficiente che la parte alleghi adeguatamente i presupposti della sofferenza interiore patita, specificando le conseguenze pregiudizievoli del fatto dannoso sulla propria sfera personale e le limitazioni nelle attività quotidiane, familiari e relazionali, potendo tale danno essere provato anche in via presuntiva sulla base delle risultanze processuali e delle valutazioni peritali che confermino l’incidenza negativa delle menomazioni sulla sfera individuale del soggetto.
Questi i chiarimenti forniti dai giudici (ordinanza numero 13991 del 26 maggio 2025 della Cassazione), chiamati a prendere in esame il contenzioso relativo ad un sinistro stradale tra un motoveicolo ed un autoveicolo.
L’automobilista è ritenuto responsabile dell’incidente. A riportare maggiori danni è l’uomo in sella alla moto. Consequenziale è l’istanza risarcitoria da lui avanzata. E a fronte di tale istanza, i riflettori vengono puntati sul quantum economico, con particolare riferimento al danno morale. Su quest’ultimo punto, difatti, il motociclista richiama: la sofferenza psicofisica soggettiva residuatagli all’esito del sinistro; il particolare decorso clinico, il ricovero ospedaliero e la prolungata necessità di cure fisioterapiche; le conseguenti limitazioni nel movimento e nella capacità di concentrazione; la conseguente impossibilità a svolgere normalità attività di vita quotidiana come prendere in braccio i propri figlioli (causa forti algie al polso), svolgere attività sportivo-ricreativa in montagna (come era solito fare prima del sinistro) o condurre una serena vita di coppia con fastidiosi dolori durante i rapporti sessuali.
Sempre nell’ottica del danno morale, il motociclista richiama anche le gravi lesioni da lui riportate a seguito del sinistro (causative di mancanza di sensibilità, dolori e parestesia su tutta la parte sinistra del corpo, nonché idonee a compromettere l’equilibrio e la coordinazione motoria, limitative della capacità di concentrazione della resistenza deambulatoria e della capacità sessuale), sostenendo che esse hanno inciso (ed incidono) negativamente per lui anche a titolo di sofferenza morale.
Sulla stessa lunghezza d’onde, poi, anche il consulente, il quale ha confermato l’incidenza di tali menomazioni anche sulla sfera individuale del motociclista, in considerazione dell’impossibilità per lui non solo di continuare a svolgere le attività sportive e ludico ricreative, che era solito praticare anteriormente al sinistro, ma anche di porre in essere normali attività quotidiane come il semplice camminare per lunghi tragitti.
Per i giudici di Cassazione non ci sono dubbi: il motociclista ha adeguatamente coltivato anche la domanda finalizzata all’accertamento del pregiudizio morale (stato di sofferenza soggettiva) lamentato, quale conseguenza dello sconvolgimento delle proprie condizioni di vita (rapporti familiari, abitudini personali e ricreative, rapporti intimi) a seguito dell’incidente stradale.

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