Canoni di locazione concordati con il Comune di Milano: il TAR interviene

Secondo il TAR Lombardia, adito da alcune associazioni di proprietari/conduttori che aveva sottoscritto un accordo con il Comune per un canone calmierato, l’ente può convocare le parti coinvolte per la stipula degli accordi, ma non può valutarne la validità

Canoni di locazione concordati con il Comune di Milano: il TAR interviene

Inoltre, il Comune non può favorire fiscalmente un accordo a discapito di un altro. Le associazioni di proprietari e conduttori possono stipulare accordi autonomi per regolare i contratti di locazione a canone concordato nel territorio di competenza, senza che il Comune possa sindacare i canoni concordati.

Il TAR ha ritenuto illegittima la Determinazione Dirigenziale del Comune di Milano che imponeva agevolazioni solo per accordi locali sottoscritti seguendo precisi procedimenti, escludendo altri accordi.

I contratti di locazione a canone concordato prevedono canoni calmierati, benefici fiscali sia per i proprietari (risparmio sull'IMU, accesso alla cedolare secca al 10%) sia per i conduttori.

Il TAR sottolinea che la legge non obbliga le parti ad accettare un unico accordo locale formulato durante le trattative promosse dai Comuni. I Comuni hanno il compito di convocare le organizzazioni rappresentative per favorire tali accordi, senza però imporre un accordo specifico. La legge, infatti, mira a promuovere e incentivare i contratti di locazione a canone concordato, senza limitare l'autonomia privata delle parti coinvolte.

La sentenza conclude affermando che possono esistere diversi accordi territoriali, purché rispettino i criteri definiti dalle linee guida, senza l'obbligo di aderire esclusivamente a un accordo proposto dal Comune (TAR Lombardia, sent. n. 2005/2024).

news più recenti

Mostra di più...