La Consulta sui requisiti imposti dalla Regione Piemonte per ottenere l’abitazione in edilizia pubblica

La Corte costituzionale ha emesso una sentenza importante relativa al diritto agli alloggi di residenza pubblica in Piemonte

La Consulta sui requisiti imposti dalla Regione Piemonte per ottenere l’abitazione in edilizia pubblica

La sentenza n. 147 (depositata il 25 luglio 2024) ha infatti sancito l'incostituzionalità della legge regionale che richiede la residenza o l’attività lavorativa pregressa e protratta nel territorio regionale per ottenere un'abitazione di edilizia pubblica.

La norma censurata dal Giudice delle Leggi è l'art. 3 della legge regionale piemontese del 17 febbraio 2010, che è risultata contrastante con l'art. 3 della Costituzione italiana. La Corte ha sottolineato che non c'è un collegamento razionale tra la necessità di avere accesso a una casa, specialmente per chi versa in condizioni economiche precarie, e la precedente residenza o attività lavorativa nella Regione.

Questo requisito di residenza e lavoro sul territorio regionale è stato considerato un ostacolo al diritto all'abitazione, che dovrebbe invece essere basato sul bisogno effettivo e sul disagio delle persone. Tali criteri non hanno alcuna relazione con il concetto di servizio sociale, destinato principalmente ai più svantaggiati economicamente.

La disposizione piemontese è stata censurata per diversi motivi: per la sua intrinseca irragionevolezza, per creare disparità di trattamento tra individui con le stesse fragilità economiche e per non eliminare gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e uguaglianza dei cittadini, ostacolando il pieno sviluppo della persona umana.

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