Per i tributaristi resta esclusa la possibilità di rilasciare il visto di conformità sulle dichiarazioni dei redditi

La norma censurate è l'art. 35, comma 3, del decreto legislativo n. 241/1997, che disciplina il rilascio del visto di conformità per le dichiarazioni dei redditi e dell'IVA.

La questione è stata sollevata dal Consiglio di Stato in relazione ad un caso coinvolgente l'Associazione nazionale dei tributaristi LAPET e l'Agenzia delle Entrate.

Secondo la Corte, la normativa contestata risulta però conforme alla Costituzione: la distinzione tra professionisti iscritti in ordini o collegi e coloro che non sono affiliati a tali organizzazioni è motivata dalla necessità di tutelare gli interessi pubblici e l'amministrazione finanziaria.

La legge n. 4 del 2013, che regola le professioni non organizzate, non parifica le due categorie di professionisti in termini di requisiti per l'esercizio della professione. Inoltre, la Consulta ha stabilito che la disposizione non viola la libertà economica, giustificata dall'interesse sociale e dalla corretta esecuzione degli obblighi fiscali.

La sentenza in oggetto ha anche respinto le argomentazioni relative a questioni di legittimità costituzionale, chiudendo così il dibattito.

Il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ha ribadito l'importanza di distinguere i professionisti appartenenti a ordini e collegi da coloro che non ne fanno parte. La legge n. 4/2013 vieta ai professionisti non organizzati, seppur iscritti a associazioni, di svolgere determinate attività riservate a specifiche categorie.

La Corte Costituzionale ha chiarito che gli ordini professionali hanno uno status speciale, essendo enti con funzioni pubbliche, soggetti a vigilanza da parte dello Stato e con poteri disciplinari che possono portare alla sospensione o all'espulsione dei membri.