Perdita di efficacia della certificazione di conformità dell’immobile a causa del prolungamento della canna fumaria
Nel momento in cui un potenziale danno può essere anticipato e risolto dal diretto interessato, diventa cruciale valutare l'impatto causale dell'azione imprudente di quest'ultimo sullo svolgimento degli eventi lesivi. Tale analisi può portare alla conclusione che il comportamento in questione sia in grado di interrompere il legame causale tra l'azione stessa e l'evento dannoso.

La vicenda in esame può essere così sintetizzata: nell'immobile dei coniugi Tizio e Caia, un incendio causato da un guasto alla canna fumaria provocò danni all'adiacente proprietà di Sempronia. Una serie di cause legali coinvolse Caio (direttore dei lavori), la società venditrice dell'immobile, la società subappaltante e la società termica.
Inizialmente, le parti furono condannate solidalmente a risarcire i danni. In appello, la Corte confermò le responsabilità e rideterminò il risarcimento. Caio, con il ricorso per cassazione, argomentò che la Corte d’Appello ignorava la normativa del d.m. 37/2008 riguardo a due questioni chiave: la certificazione dell'impianto termico e la manutenzione non professionale della canna fumaria.
La Corte di Cassazione ha stabilito che il prolungamento della canna fumaria ha influenzato la certificazione e la mancanza di manutenzione ha aggravato i rischi. In particolare, i Giudici hanno chiarito che il prolungamento comprometteva la certificazione, criticando la mancanza di manutenzione da parte dei coniugi.
La Corte di Cassazione ha poi affrontato la questione della necessitĂ per i coniugi di mantenere l'impianto, sottolineando la loro negligenza e il ruolo nell'avvenimento.
In sintesi, il ricorso di Caio è stato rigettato, e rimandato per una nuova valutazione della responsabilità degli attori, considerando sia la mancanza di manutenzione che l'effetto diretto sulla fruibilità della proprietà danneggiata.