Pericolo per una casa privata a causa del terrapieno non in sicurezza: condannato il sindaco

Confermata la condanna nei confronti del primo cittadino di un piccolo comune abruzzese per omissione di atti d’ufficio

Pericolo per una casa privata a causa del terrapieno non in sicurezza: condannato il sindaco

A finire sotto accusa è il sindaco di un piccolo Comune abruzzese a causa della mancata messa in sicurezza di un terrapieno incombente su una casa privata di proprietà di una anziana signora che tra quelle mura vive da anni. In sintesi, al sindaco viene contestato di «avere indebitamente rifiutato di porre in essere atti del proprio uffici», ossia provvedere con urgenza all’esecuzione dei lavori necessari per la messa in sicurezza di un terrapieno, atti che per ragioni di sicurezza pubblica dovevano essere compiuti senza ritardo. E ciò, peraltro, nonostante le reiterate richieste della persona offesa, proprietaria dell’immobile esposto al terrapieno, e l’emanazione di una sentenza di condanna, datata dicembre 2013, con cui il Tribunale civile imponeva al Comune di eseguire, a propria cura e spese, i lavori per la messa in sicurezza del versante a ridosso dell’abitazione della donna. Da ultimo, anche il  Comando dei Vigili del Fuoco aveva segnalato la necessità di un intervento urgente. Il quadro probatorio è così, sufficiente, secondo i giudici di merito, per ritenere il sindaco colpevole del reato di omissione di atti di ufficio, con pena determinata in nove mesi di reclusione. La Corte d'appello e la Cassazione hanno confermato questa sentenza, sottolineando che il sindaco era obbligato non solo dalla legge, ma anche dalla situazione di pericolo evidenziata dai Vigili del Fuoco ad attuare misure di sicurezza. L'attività negligente del sindaco è ritenuta rilevante, poiché non ha solo trascurato indicazioni cruciali per la sicurezza, ma ha emesso un'ordinanza che ha reso parzialmente inagibile la casa dell'anziana signora, trasferendole così le responsabilità derivanti, invece, della sua inattività colpevole.

I giudici di legittimità hanno respinto l'argomento della difesa che negava la presenza di pericolo pubblico, sottolineando che anche il rischio su una singola abitazione giustifica l’attuazione di misure di sicurezza. È stato sottolineato dalla Cassazione che l'atteggiamento del sindaco dimostra non solo la mancanza di interesse nel proteggere la sicurezza pubblica, ma addirittura una volontà di danneggiare la persona coinvolta.

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