Pochi grammi di cannabis e cocaina bastano per una condanna per spaccio

Un uomo è stato condannato per detenzione di droga a fini di spaccio dopo essere stato sorpreso in possesso di due diverse sostanze stupefacenti. Nello specifico, le forze dell’ordine lo hanno arrestato con mezzo grammo di cocaina e quasi 6 grammi di cannabis, prove che escludono l'ipotesi di un uso personale delle sostanze.

Secondo i giudici, infatti, la presenza di due tipologie di droga diverse, insieme a un bilancino di precisione, indica una destinazione delle sostanze per il mercato, piuttosto che per il consumo personale. Di conseguenza, l'uomo è stato condannato a otto mesi in regime di libertà controllata per detenzione di droga a fini di spaccio.

L'avvocato difensore dell'imputato ha contestato la sentenza d'appello, sostenendo che mancavano prove concrete della finalità dello spaccio. Tuttavia, sia i giudici di merito che quelli della Cassazione hanno ritenuto che gli elementi presentati fossero sufficienti a stabilire che le droghe sequestrate erano destinate alla vendita.

In particolare, è stato sottolineato che la modalità di presentazione della droga, insieme alla diversità delle sostanze e alla presenza di un bilancino di precisione, suggerissero un'intenzione commerciale piuttosto che un uso personale. La giustizia ha quindi confermato che le sostanze sequestrate avessero un fine di spaccio, basandosi sulle modalità in cui erano presentate e sugli strumenti ritrovati.

In definitiva, l'uomo è stato riconosciuto colpevole di detenzione di droga a fini di spaccio a causa di prove concrete e circostanziate che indicano una destinazione di mercato per le sostanze stupefacenti in suo possesso (Cass. pen., sez. III, sent., dep. 18 luglio 2024, n. 29108).