Quando il professionista deve dimostrare di non essere responsabile?

Nel caso in cui l’errore grave commesso da un avvocato impedisca al cliente di avviare una causa legale come concordato, quest’ultimo per ottenere un risarcimento danni deve dimostrare che se la causa fosse stata intrapresa avrebbe avuto un'alta probabilità di successo. Non basta infatti, la prova del mero errore del professionista.

Quando il professionista deve dimostrare di non essere responsabile?

Con l’ordinanza n. 24007/2004, la Suprema Corte ha affrontato il tema della responsabilità dei professionisti, concentrandosi specificamente sulla responsabilità professionale dell’ avvocato. Nel caso di specie, l'avvocato avviava un procedimento per ottenere il risarcimento per ingiusta detenzione, senza aver prima ottenuto la firma del cliente, cosicché il ricorso veniva ritenuto inammissibile.

La compagnia assicurativa ha presentato ricorso in Cassazione avverso la decisione della Corte d'Appello di Reggio Calabria, che aveva, a sua volta, ribaltato la decisione assunta in primo grado. Il Tribunale infatti, chiamato a decidere sulla responsabilità professionale dell’avvocato, aveva respinto la richiesta di risarcimento danni, sostenendo che la parte non aveva dimostrato la probabilità di successo del ricorso se fosse stato presentato correttamente. La Corte d'Appello ha redistribuito correttamente l'onere della prova, come in effetti confermato dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso della compagnia assicurativa che agiva in manleva del professionista.

Il ricorso in Cassazione si basava su due motivi. Il primo contestava l’errore della Corte d’appello, la quale aveva fatto ricadere l'onere della prova sul professionista convenuto. Il secondo motivo riguardava una presunta liquidazione inadeguata del danno, sottolineando la necessità di una valutazione più dettagliata della situazione.

Entrambi i motivi sono stati respinti e la sentenza della Corte d'Appello è stata confermata. La Cassazione ha chiarito che, per quanto riguarda la responsabilità dell'avvocato, per ottenere un risarcimento danni, è necessario dimostrare non solo la negligenza del professionista e il legame causale con il danno, ma anche la probabilità di successo dell'azione legale proposta. L'onere della prova della responsabilità spetta al convenuto solo se è dimostrato il nesso causale tra la negligenza e il danno.

Il giudizio di risarcimento danni comporta un'esaminazione preventiva della probabilità di successo dell'azione legale non intrapresa a causa della negligenza dell'avvocato. La Corte d'Appello ha correttamente valutato che il ricorso per l'indennizzo per l'ingiusta detenzione avrebbe avuto esito positivo e pertanto spettava al convenuto dimostrare l'esistenza di un fatto che escludeva il diritto all'indennizzo.

In merito al secondo motivo, la Cassazione ha precisato che il controllo sull'ammontare del risarcimento spetta al giudice di merito, che deve motivare logicamente la sua decisione senza essere oggetto di scrutinio sulla sufficienza dell'indennizzo, a meno che non si discosti in modo significativo dai criteri convenzionali o adotti criteri manifestamente arbitrari.

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