Quando la vita matrimoniale diventa una “gabbia”: marito condannato per maltrattamenti.

L’uomo è stato processato e condannato per aver inflitto vessazioni sia fisiche che psicologiche alla moglie all'interno delle mura domestiche.

Quando la vita matrimoniale diventa una “gabbia”: marito condannato per maltrattamenti.

La vicenda in esame si svolge nella provincia torinese, dove una donna, vittima di abusi da parte del marito all'interno della propria casa, decide di portare alla luce il caso. Dopo un primo verdetto di assoluzione emesso dal Tribunale, il marito viene successivamente condannato in Appello a venti mesi di reclusione.

Durante il processo in Cassazione, l'avvocato difensore del marito tenta di mettere in discussione la credibilità della vittima al fine di contestare le accuse. L'avvocato sostiene che la testimonianza della moglie del cliente sia "equivoca, discontinua e contraddittoria", e che, nonostante sia la sola fonte di prova dei presunti abusi nei confronti di lei e del figlio avuto con lui, non è corroborata in alcun altro modo.

Tuttavia, i giudici della Cassazione ritengono che la ricostruzione storica degli eventi attribuiti all'uomo sia sufficiente per confermare la condanna per maltrattamenti emessa in Appello. Le prove raccolte dalle testimonianze convergono verso la dimostrazione di un comportamento abusivo e umiliante abitualmente tenuto dall'uomo nei confronti della moglie, indipendentemente dalla gravità di singoli episodi di violenza.

In particolare, viene evidenziata la durata e l'intensità costante della condotta vessatoria e umiliante, che ha trasformato la convivenza tra i coniugi in un ambiente di sofferenza costante. Questa condotta non è stata testimoniata solo dalla parte lesa, ma anche da altri testimoni.

In conclusione, la Cassazione ha sottolineato come la continua vessazione fisica e psicologica abbia reso la vita della donna un inferno. La coerenza e la presenza di molteplici testimonianze indipendenti hanno confermato la costanza e l'opprimente natura di tale comportamento da parte dell'uomo, confermando così la condanna per maltrattamenti (Cas. n. del 34626 del 13 settembre 2024).

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