Sopraelevazione: vietata solo quando viola le norme sismiche
Il divieto di sopraelevazione per inidoneità delle condizioni statiche dell’edificio opera quando le strutture dell’immobile non rispettano le leggi antisismiche poiché la loro inosservanza determina una presunzione di pericolosità.

I proprietari di un immobile pro indiviso hanno citato in giudizio coloro che possedevano un appartamento costruito sopra la loro proprietà. Gli attori sostenevano che i convenuti avevano modificato la struttura del fabbricato innalzando la falda del sottotetto, così determinando un maggior carico strutturale dell'immobile ed un pericolo per la sua stabilità e per l'aumento del rischio sismico. I convenuti si opposero alla richiesta degli attori.
Dopo una consulenza tecnica d'ufficio, il Tribunale ha accolto la richiesta degli attori condannando i convenuti al pagamento di un indennizzo. I convenuti hanno presentato un appello davanti alla Corte competente, la quale ha parzialmente modificato la decisione iniziale, ritenendo che la sopraelevazione non minacciasse la staticità dell'edificio.
In seguito, il giudice d'appello ha rinviato il caso per il calcolo dell'indennizzo sulla base di principi stabiliti precedentemente. Con una sentenza successiva, la Corte ha determinato l'indennizzo finale.
I convenuti hanno proposto ricorso in cassazione contro le sentenze emesse, basandosi su diversi argomenti per contestare le decisioni prese. La Suprema Corte ha esaminato attentamente i motivi del ricorso presentato e ha stabilito che le prime quattro contestazioni riguardanti la sopraelevazione e la staticità dell'edificio erano prive di fondatezza.
La Corte ha chiarito che la sopraelevazione, secondo la normativa, consiste nell'aggiunta di nuove strutture sopra un edificio esistente. Inoltre, è stato sottolineato che la sopraelevazione può includere non solo nuovi piani, ma anche l'incremento delle superfici esistenti.
Inoltre, la Corte ha confermato che la sopraelevazione effettuata era compatibile con le norme antisismiche e non presentava rischi per la stabilità dell'edificio. La sentenza ha anche stabilito che non era possibile contestare la consulenza tecnica d'ufficio, poiché il compito della Corte di Cassazione è unicamente di controllo sulla corretta applicazione delle leggi.
Infine, la Corte ha respinto il ricorso presentato e ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali.