Violazione Sorveglianza Speciale: tra Responsabilità penale e contesto familiare
La responsabilità penale di un uomo sorvegliato con obbligo di soggiorno, è innegabile dopo essere stato sorpreso in un parco acquatico in un comune diverso da quello designato, grazie a una foto postata online dalla moglie. Tuttavia, potrebbe essere valutata la non particolare gravità dell'episodio, considerando che la violazione è stata determinata dal desiderio di far trascorrere alla famiglia una domenica di svago. I giudici d'Appello dovranno esaminare questo punto e pronunciarsi sulla questione, bilanciando il contesto familiare con gli obblighi legali a cui l'uomo è sottoposto
La Cassazione, con la sentenza numero 36882 depositata il 3 ottobre 2024, conferma che una foto pubblicata sui social network può essere sufficiente per provare la violazione dell'obbligo di non allontanarsi dal territorio comunale per chi è sottoposto alla sorveglianza di pubblica sicurezza. Nel caso specifico accaduto in provincia siciliana, una foto postata dalla moglie su Facebook che ritrae l'uomo in un parco acquatico di un altro comune è stata determinante. I giudici di merito hanno considerato la foto come prova sufficiente per ritenere l'uomo colpevole e hanno emesso una condanna in primo grado di dodici mesi di reclusione, ridotta poi a otto mesi in secondo grado.
L'avvocato difensore ritiene che basare la responsabilità penale dell'uomo su una sola foto sia inaccettabile e sostiene che la data e la didascalia della foto non dimostrano che fosse stata scattata effettivamente quel giorno. Tuttavia, la Cassazione ha confermato l'importanza della foto pubblicata sulla piattaforma come prova incontestata, considerando la sua autenticità e rilevanza comunicativa data dai social media nella vita quotidiana.
Nonostante ciò, la questione della gravità dell'episodio rimane aperta. I giudici d'Appello dovranno esprimersi considerando che la violazione è stata motivata dal desiderio di far trascorrere una giornata di svago alla famiglia.